Pochi giorni fa è emerso da un documentario sul papa una sua dichiarazione circa un suo sostegno alle unioni civili, prendendosi addirittura parte dei meriti sulla loro legalizzazione. Prendiamo atto di tale dichiarazione ma, come recita il nostro slogan, noi vogliamo tutto.
Per anni la chiesa cattolica ed il suo clero sono stati la principale causa della nostra discriminazione, ci hanno costretto a guardarci le spalle di notte, a nascondere il nostro vero essere, a temere le botte di chi è stato vittima per anni del suo indottrinamento.
Le parole del papa non sono sufficienti, la chiesa non ha fatto nulla per il riconoscimento delle unioni civili, tutt’ora non ammette il matrimonio religioso per gli omosessuali, solo ora che abbiamo vinto, al prezzo di tanti anni di cortei e manifestazioni, anche duramente represse, riconosce semplicemente la nostra vittoria.
Una vittoria parziale e insufficiente, c’è ancora molto da fare per la comunità lgbtqa a Bologna come nel resto d’Italia, a partire dal riconoscimento di quei diritti sociali previsti per le famiglie “tradizionali”.
Un buon passo avanti per la chiesa, il papa e il clero locale che chiedessero scusa per l’oppressione perpetrata in questi secoli e che se davvero vi sia la volontà di agire, inizino a compiere azioni concrete per la nostra tutela, le parole non bastano.
Dubitiamo accadrà mai, noi intanto andiamo avanti nella nostra lotta.
Francesca Sparacino
Resp. Politiche LGBT+
Il Coordinamento federale GC Bologna