La Federazione provinciale di Rifondazione Comunista Bologna aderisce all’assemblea cittadina organizzata da sindacati e realtà sociali bolognesi in vista del G20 sulla salute che si svolgerà il 21 maggio a Roma. Da tempo il nostro Partito è impegnato a livello regionale nella lotta contro la privatizzazione della sanità, la pubblicizzazione dei brevetti per i vaccini, il contrasto allo smantellamento dei poli ospedalieri, specie nelle province e nelle periferie. Ora più che mai con la pandemia ancora in corso e con un sistema sanitario pubblico in crisi è il momento di difendere il diritto alla salute.
Di seguito la piattaforma dell’assemblea, che si svolgerà il 15 maggio alle ore 16 a Bologna, presso il parco della Zucca.
“Il 21 Maggio ci sarà a Roma il vertice G20 sulla Sanità. Su questo argomento, fondamentale sempre e oggi più che mai, assieme a diverse organizzazioni sociali e politiche vogliamo promuovere due giornate di mobilitazione nazionale: il 21 sciopero della sanità pubblica e privata, con mobilitazioni territoriali, ed il 22 una manifestazione nazionale a Roma.
Le parole d’ordine intorno a cui vogliamo costruire le manifestazioni sono semplici: vaccino per tutti, sanità pubblica universalmente accessibile, stop a privatizzazioni e regionalizzazione del sistema sanitario e diritti, salario e dignità per tutti coloro che lavorano nel settore.
Non vogliamo limitarci agli slogan, ma creare relazioni, confronto e condivisione, arricchiti nel rapporto tra realtà cittadine e regionali, con lavoratori del settore e comitati territoriali.
Il diritto alla salute è una priorità, negata a più riprese e in più modi: è necessario di costruire un movimento radicato nel territorio per rivendicare questo diritto basilare, con la capacità di individuare problematiche, nominare responsabili e indicare cosa sia necessario oggi.
Il meccanismo di gestione sanitaria e sociale in questo paese, fondato su una costante esternalizzazione e privatizzazione dei servizi, ha messo a nudo le già numerose diseguaglianze presenti.
La funzione pubblica della sanità, universale e accessibile a tutti, è stata negli anni distrutta: la regionalizzazione e il meccanismo di accreditamento e appalto dei servizi tramite le aziende sanitarie o le aziende alla persona hanno prodotto un modello di “sanità differenziata”.
Chi fa le spese di tale differenza?
Da un lato i lavoratori: la differenza di salario e diritti è sensibile non solo tra pubblico a privato, ma anche all’interno degli stessi enti. L’emergenza della pandemia ha alimentato una precarizzazione già esistente, OSS e infermieri “eroi” chiamati d’urgenza a prestare servizio l’anno scorso non vengono riconfermati oggi, e dilaga l’utilizzo della partita Iva – fittizia spesso – come metodo per non assumere chi lavora, e dunque non garantire stabilità.
Dall’altro lato, a patire sono, come sempre, i settori popolari, le periferie sociali e geografiche di questo Paese, tutti coloro che hanno visto crollare il proprio reddito nell’ultimo anno. In poche parole, chi non si può più permettere l’accesso alle cure.
Il sistema sanitario, che dovrebbe prevenire e curare, è il primo ad essere affetto da una malattia scatenata dal germe del profitto. Questo ha aggravato enormemente gli effetti della pandemia ed oggi più che mai è necessario mobilitarsi per rivendicare vaccini e sanità pubblica per tutte e tutti, e giustizia sociale per affrontare gli effetti del virus sulla società.
Nonostante l’evidenza della dannosità del sistema pubblico-privato, il governo e tutte le forze che lo appoggiano – dal PD alla Lega – non hanno intenzione di cambiare rotta, anzi l’alleanza tra le imprese sociali e lo stato si rinsalda a scapito dei lavoratori e dei servizi ai cittadini.
Anche in Emilia Romagna è emersa con forza, in particolare in quest’ultimo anno, la gestione fallimentare della pandemia con un modello sanitario che guarda sempre di più al privato: l’utilizzo frequente di agenzie interinali per assumere il personale sanitario, la delega totale alle cooperative alla gestione dei servizi alla persona, le condizioni di lavoro sempre peggiori all’interno di questi servizi continuano a riprodurre quella “malattia di sistema” che garantisce redditività ai privati gestori dei servizi ma non garantisce la qualità del servizio per i cittadini.
Per questi motivi, proprio in occasione del Summit del 21 Maggio vogliamo far sentire con forza le nostre rivendicazioni e pertanto invitiamo tutti i lavoratori del settore, i cittadini e tutte le realtà interessate ad una battaglia, senza sconti, contro la privatizzazione e le esternalizzazioni ad un momento di confronto sabato 15 maggio 2021 per costruire una mobilitazione cittadina il 21 Maggio, per una sanità che sia pubblica universale e accessibile a tutti.”
Segreteria federale PRC Bologna