Primo sindaco di Bologna nel dopoguerra, comunista, rese la nostra città avanguardia nel decentramento comunale e nell’avvicinare le istituzioni ai cittadini e cittadine, rispondendo ad esigenze di trasparenza, partecipazione democratica (in particolare alla fissazione dei tributi locali), garantendo a tutti i bolognesi i servizi necessari per la loro assistenza, lo sviluppo culturale e sociale.
Disse il 30 giugno 1960, in occasione di una delle sedute in cui si approvarono i regolamenti per il decentramento comunale:
“Abbiamo voluto andare alla ricerca della soddisfazione dei bisogni dei cittadini, abbiamo voluto cercare quali fossero obiettivamente i centri, i luoghi di loro frequentazione, i luoghi dei loro incontri, per far sì, dicevo, che le soluzioni fossero quanto più possibile obiettive. Non pretendiamo, con questo, di essere giunti ad una soluzione fissata una volta per sempre: è evidente che, in questa materia, sia per quanto riguarda il funzionamento di questi centri, le case del cittadino, sia per quanto riguarda la suddivisione in quartieri, molte indicazioni dovranno ancora venirci dalla vita vera, dall’esperienza, la quale ci indicherà se dovremo procedere a modifiche in questo campo […].
Noi non abbiamo la pretese di aver fatto una cosa perfetta, ma non abbiamo improvvisato ed abbiamo lungamente riflettuto su questa, che riteniamo un’iniziativa importante, un’iniziativa volta ad un funzionamento democratico più ampio del comune, volta a sollecitare più ampie collaborazioni e più ampi interventi dei cittadini nella vita dell’amministrazione, nella vita della nostra città […].
Noi pensiamo che le case del cittadino siano le case di tutti i bolognesi, che tutti i bolognesi abbiano ugualmente diritto di frequentarle e di trovarvi ciò che essi cercano.”
In una fase storica come la nostra fatta di svendita dei servizi pubblici ai privati, grandi opere, politica prona ai grandi gruppi industriali e agli speculatori, le parole di Dozza paiono provenire da un altro mondo, riteniamo sia ora che tornino alla ribalta.
I Circoli del PRC della città di Bologna