di Agostino Giordano e Michele Terra
Iniziamo a pensare “QUALCOSA DI SINISTRA PER BOLOGNA”. Una proposta e un appello per una candidatura a sindaco e una lista unitaria della sinistra anticapitalista e antiliberista per le prossime elezioni comunali.
Dopo dieci anni di amministrazione Merola, Bologna si sta avviando alla scadenza elettorale che dovrà – finalmente – rinnovare l’amministrazione cittadina.
Nel difficile dibattito politico, in una situazione di grave pandemia, l’attenzione in città sembra tutta incentrata sulle manovre delle correnti di potere interne al Pd e ai suoi subalterni alleati.
Aprire una discussione a sinistra, tra chi vuole ancora essere anticapitalista insieme a chi si oppone all’ennesima stagione neoliberista, diventa un’urgente necessità. A tal fine presentiamo l’appello pubblico “Qualcosa di sinistra per Bologna”, corredato da un primo elenco di firme di attivisti e attiviste politiche e sindacali, di persone che sono o sono state parte dei movimenti sociali e culturali a Bologna.
Qualcosa di sinistra per Bologna: Un appello per un nuovo inizio
Si avvicinano le elezioni a Bologna per sindaco e consiglio comunale 2021, in una situazione politica difficilissima per la sinistra in tutta Italia e ciò da ben prima dell’emergenza Covid.
Una sinistra coerente e di classe, gli ambientalisti più conseguenti e i comunisti sono da tempo non solo extraparlamentari ma nei fatti fuori da quasi ogni livello di rappresentanza istituzionale. Mentre una “sinistra” di sistema, in varie forme è al governo centrale del paese, nei territori è nella stragrande maggioranza delle situazioni alleata del Pd, sempre in posizione di totale subalternità.
Non bastano le belle parole vuote dei nuovisti di turno, che comunque non muovono masse di voti (al massimo di preferenze), e un linguaggio da slang post moderno (dalla rivoluzione e transizione green alla resilienza), mentre si dimentica ogni discorso politico che abbia come perno il mondo del lavoro, gli studenti, i pensionati, l’ambiente sottratto alla speculazione, i diritti sociali e civili; quelli che una volta erano i temi centrali del popolo della sinistra, ovvero del blocco sociale che si era costruito nei decenni del secondo dopoguerra.
Pensiamo che a Bologna non si debba lasciare la rappresentanza della sinistra al monopolio del Pd e dei suoi alleati dalle belle parole ma dalle cattive azioni.
Lo stesso governo Draghi – la sacra unione nazionale guidata dal più famoso banchiere europeo e benedetta da tutto il padronato, dai suoi partiti e dai suoi mass media – pone l’urgenza di ricompattare un blocco sociale e politico che sappia resistere ora per costruire un’alternativa domani.
In questo quadro sarebbe positivo il rilancio di una politica larga di unità d’azione, come è stata la manifestazione del 18 febbraio, a Roma, in occasione della fiducia al governo e che ha visto insieme Prc, Pap, Pcl, Pci e tanti altri ancora.
Riportare anche nella competizione elettorale locale le ragioni della sinistra e del mondo del lavoro in una prospettiva antiliberista e anticapitalista diventa quindi una necessità, sebben consapevoli di tutte le difficoltà: dalla diffidenza alla sfiducia accumulate in questi anni, dalla legge elettorale alla soglia di sbarramento; agli scontri – più che ai confronti – interni al nostro campo per imporre l’egemonia sul nulla.
Riteniamo necessario un percorso che si ponga la realizzazione di una lista elettorale, come passaggio di una ricostruzione più complessiva della sinistra e dell’antagonismo di classe anche a Bologna.
Vorremmo coinvolgere, interloquire e informare, fin dall’inizio, il maggior numero di persone possibili, anche quei soggetti – singoli o collettivi – che magari non praticano direttamente la politica, che forse non intendono nemmeno partecipare ad avventure elettorali, ma che sono fondamentali per rilanciare la sinistra.
Una proposta che, accanto all’opposizione al governo centrale così come a quello regionale, sappia articolare anche sul piano bolognese progetti e programmi: in primo luogo diritti e salario dei lavoratori pubblici e privati; la centralità della sanità pubblica; un welfare fatto su misura dell’esigenze delle persone e non dell’imprenditoria privata; la centralità del trasporto pubblico a scapito di quello privato inquinante; il sostegno al mondo della cultura e dello spettacolo; una gestione del territorio al servizio della comunità e non dei costruttori e della speculazione.
Solo per citare i principali argomenti su cui ci distinguiamo nettamente dal Pd – in ogni sua forma e candidato – e dai suoi assimilati.
Cominciare a ri-parlarsi prima che sia troppo tardi, “avviare i motori” verso una candidatura a sindaco e una lista unitarie, sono questi i terreni su cui siamo disponibili a cercare interlocutori e a impegnarci.
Prime firme: Agostino Giordano; Michele Terra; Stefania De Salvador; Marta Positò; Clemente Garruto; Monica Manzini; Lorenzo Farneti; Pandolfo Petrucci; Annalinda Mosca; Fabio Cacciamani; Manfredi Storaci; Vincenzo Iaquinta; Daniele Musiani.